#31 UNA TERRA DI MIRACOLI, PARTE SECONDA
In questa puntata: si parla di Bruno Groening, e di come la guarigione, a volte, passi (anche) per l'empatia.
Ciao!
Per noi è già un po’ troppo tardi, ma come direbbe Slash, “è venerdì da qualche parte”, per cui non sono io a essere in ritardo, è questa linea spazio/tempo che è fuor di sesto.
In questa puntata proseguo il racconto di come la Germania si trovò dal 1945 direttamente al Medioevo, con la storia di Bruno Groening, che apparve tra i tedeschi per consolare gli afflitti e guarire gli infermi, generando grandi entusiasmi più o meno ovunque.
Ascolta l’episodio #31 di Pappagalli, “Una terra di miracoli - parte seconda”, su Spreaker o Spotify.
L’anno scorso, prima dello speciale natalizio, ci eravamo lasciati sulla soglia di una famiglia tedesca, gli Hulsmann, che stava per ricevere la visita di un uomo dotato di un potere straordinario - un potere divino, in effetti, per come la raccontava lui: il potere di guarire gli esseri umani dalle loro malattie.
Il 1949 non fu, dopo tutto, l’anno della fine del mondo per la Germania. Fu, invece, per molti versi, un anno in cui gli operatori di miracoli tornarono a camminare tra la gente.
“Wunderdoktor”, dottore miracoloso, ma anche Salvatore, Redentore: questi i modi in cui migliaia di tedeschi, inclusi i giornali dell’epoca, si riferivano a un profugo e veterano di guerra originario di Danzica: Bruno Groening, noto anche come “il Messia di Herford”.
Per qualche mese, Bruno Groening fu la persona più famosa di tutta la Germania (o, quantomeno, della Germania Occidentale) oltre che un guaritore capace, secondo quello che veniva raccontato all’epoca, di curare ogni genere di dolore e di infermità tra quelli che avevano fede in lui.
Mi piace immaginare questa storia come una specie di grande seduta di psicoanalisi collettiva, dove un popolo intero (i tedeschi dopo la seconda guerra mondiale) sviluppa dei segni di una vera psicosi, e di manie religiose, come effetto di non poter parlare apertamente dei propri problemi e dei propri traumi. Per guarire, per stare meglio, deve necessariamente trovare un modo di affrontare queste esperienze, e lo fa, per quanto possa sembrare strano, attraverso l’opera di un ex nazista cacciatore di carri armati.
Si tratta di una storia che parla, in un certo senso, di quanto sia difficile parlare di ciò che ci fa stare male, e dell’importanza dell’empatia.
Per preparare questo episodio mi sono basato, come per la prima parte, sul bel libro della professoressa Monica Black, intitolato “A Demon Haunted Land: Witches, Wonder Doctors, and the Ghosts of the Past in Post-WWII Germany”.
Ho anche cercato se ci fossero delle riprese originali che mostrassero i raduni di folla per Bruno Goering, ma stranamente non ho trovato granché: la maggior parte dei filmati sembrano “messe in scena” rifatte a beneficio delle telecamere ad anni di distanza dagli eventi; l’unica sequenza originale l’ho trovata in questo archivio digitale del governo tedesco, e mostra Bruno Goering a Monaco, nell’estate del 1949.
Ci sentiamo con la terza e ultima parte di questa storia, “Una terra di miracoli” esattamente tra due settimane ed esattamente di venerdì - purtroppo, però, non posso garantirvi che questa linea spazio/tempo sia quella giusta.
(Scherzo dai, ci provo, ma come direbbe John Lennon: la vita è quello che ti accade tra una puntata di Pappagalli e la successiva)
Fate i bravi! Vi vogliamo bene!