#33 A VOLTE LA GEOPOLITICA ENTRA A GAMBA TESA
L'episodio numero trentatré è rimandato, perché è la cosa più giusta da fare.
Ciao! Buon venerdì!
Il weekend è alle porte, a Sarajevo la primavera sta arrivando (diciamolo piano), ma - ve ne sarete accorti - le cose lì fuori non vanno proprio benissimo, e purtroppo (nel suo piccolissimo) ne risente anche Pappagalli, e in fondo è giusto così.
La puntata è qui, è pronta, la storia me l’aveva segnalata Caterina (grazie, Cate!), mi ci ero messo di buzzo buono. Si parlava di rock n roll nell’Unione Sovietica, di essere giovani e ribelli in uno dei regimi più oppressivi della storia, di come la musica sia più forte della censura e delle frontiere.
Si tratta di una storia come ne ho raccontate spesso in questo podcast, in cui alla fine fai un mezzo sorriso e pensi che dai, il mondo non è così male, se anche in un regime come quello di Stalin c’era chi si ribellava riempiendo le sale da ballo.
Poi ieri mattina, come tutti voi, mi sono alzato e ho ascoltato il radiogiornale.
Di fronte alle notizie che provengono dall’Ucraina, alle immagini dell’invasione russa e delle colonne di persone traumatizzate, spaventate, in fuga o nascoste nelle stazioni della metropolitana, io credo che pubblicare l’episodio #33 di Pappagalli sia una cosa senza senso. Che - visto l’argomento - sia una scelta indelicata, a voler essere buoni; che sia quasi un insulto, a voler essere realisti.
Ieri ho continuato a lavorare alla puntata, con un occhio al quaderno e uno alla CNN, non sapendo bene cosa fare. Pensavo che in qualche modo questo episodio #33 fosse ancora salvabile. In fondo, mi dicevo:
a. “ormai la puntata è fatta, ci hai lavorato due settimane!”
b. “Pappagalli è un podcast piccolo piccolo, cosa vuoi che gliene freghi alla gente!”
c. “la storia che racconti, in fondo, parla di persone che si opponevano al regime di Stalin, è una storia di resistenza, anche se è leggera e divertente. C’è comunque un valore umano, nel raccontarla.”
Poi però se t’intestardisci a rifletterci, sulle cose, con pazienza arrivano anche le risposte.
a. “Eh, pace, e comunque questa era davvero un’obiezione puerile, dai su, vergognati.”
b. “Sì, è vero. Pappagalli è un podcast piccolo, ma ognuno di noi lavora con ciò che ha a disposizione, e su quelle piccole cose, per quanto marginali, ha libertà di scelta. Almeno su quelle, accidenti.”
Rimaneva il punto c), che forse era il più valido di tutti - perché sì, a ben vedere la storia parlava di musica e di libertà e di conquistarsi delle personali, risibili ore d’aria in una delle società più oppressive della storia.
Però c’era comunque, eccome, il rischio di banalizzare il tutto, di trasformare una storia che è anche una storia di resistenza, di fatica, di lotta, in una specie di commedia all’italiana.
c. “In questo momento, forse il modo migliore di parlare di resistenza e di libertà e di persone semplici e coraggiose è farsi un giro su youtube e guardare le migliaia di cittadini russi che hanno avuto il coraggio di uscire in strada, nonostante i rischi, e protestare contro la decisione di invadere l’Ucraina.”
I rocker di Leningrado per stavolta aspetteranno.
(L’episodio #33 rimarrà non pubblicato, in attesa di tempi migliori. Spero mi capirete.)
Fate i bravi! Vi vogliamo bene!
Ben detto Rodo. Lo ascolteremo con molto piacere quando tutto questo sarà passato <3