#34 L'OUTSIDER
In questa puntata, una vita breve ma decisamente intensa: quella di Evariste Galois, genio incompreso, rivoluzionario mancato, studente malmostoso.
Ciao! Buon Venerdì!
Tra qualche giorno è primavera, tra una settimana o giù di lì torna l’ora legale, il che per quanto mi riguarda è sempre uno dei momenti più belli dell’anno, a Sarajevo ho ricominciato a usare la giacca leggera, insomma: ce l’abbiamo quasi fatta (il quasi, a Sarajevo, è d’obbligo). In più questa volta - finalmente - è andato tutto liscio e il nuovo episodio di Pappagalli è online.
In questa puntata: pensavi fosse matematica, invece era la rivoluzione.
Ascolta l’episodio #34 di Pappagalli, “L’Outsider”, su Spreaker oppure su Spotify.
In questo episodio, racconto la storia di Evariste Galois. Un tipo che si appassionò alla matematica per caso, dopo essere stato bocciato, e già che c’era trovò la soluzione a un problema che aveva tenuto in scacco generazioni di matematici per più di duecento anni. Nel tempo libero, visto che gliene rimaneva, Galois preparava la rivoluzione.
Per preparare questa puntata mi sono basato su un libro scritto da una professoressa italiana, Laura Toti Rigatelli, che si chiama “Matematica sulle barricate - vita di Evariste Galois”. Credo sia un libro particolarmente bello perché, oltre a raccontare bene i dettagli della vita di Evariste, fa trasparire in più punti la passione dell’autrice per la matematica e per l’insegnamento.
Mi sono anche avvalso di un fondamentale aiutino da parte di un divulgatore matematico e blogger per la testata Il Post, Maurizio Codogno, che ha cercato di spiegarmi, a grandissime linee, perché è importante la teoria di Galois, e in cosa consiste.
Preparare Pappagalli mi aiuta anche a imparare cose nuove, la prendo come una sfida (adesso sono un esperto delle fasi lunari, vuoi mettere), quindi mi sono anche messo di buona voglia a cercare di venire a capo della teoria di Galois. Ho letto qualche saggio che doveva essere moooooolto semplice (come no), per esempio questo, oppure questo, invariabilmente però dopo un paio di pagine mi trovavo di fronte a cose come questa qui:
I saggi che ho cercato di leggere mi hanno lasciato talmente confuso che non solo non riuscivo a capirli, mi è perfino sembrato impossibile che a un certo punto della mia vita io potessi potenzialmente afferrare a grandi linee queste cose.
Per fortuna Maurizio mi ha rassicurato dicendomi che queste cose non si fanno, di solito, nemmeno all’università. Tutto apposto, tutto nella media. Grazie Maurizio.
Qui trovate il suo blog, sul sito de Il Post. Qui, invece, la lista dei suoi libri.
PAPPAGALLI CHE NON LO ERANO
(Per una puntata che pubblico, ci sono almeno due o tre idee che abbandono. Ho pensato che invece di lasciarli nel dimenticatoio, avesse senso condividere alcuni di questi spunti con voi, per arricchire questa newsletter, sperando che magari vi possano regalare qualche lettura o qualche film interessante)
Il cavaliere inesistente. Da buon nerd, ho una certa passione per i cicli arturiani. Si tratta di una cosa che ho lasciato da parte per vent’anni, più o meno. L’anno scorso però è uscito un film che mi ha fatto una certa impressione. Si chiama The Green Knight, ed un po’ particolare. Per farla breve, uno dei paladini di Re Artù, Galvano, accetta la sfida di uno strano cavaliere verde e ha un anno per prepararsi a ricevere un colpo da lui - un colpo dal quale non si potrà difendere e col quale verrà, sicuramente, decapitato. Il film di primo acchito non l’ho trovato straordinario, poi però mi sono ritrovato a rifletterci su spesso, e io quindi ve lo raccomando perché parla, in un suo modo obliquo, di imparare a fare i conti con il dolore, la morte, e alla fin fine con l’essere adulti. Sull’onda di quel film mi sono rimesso a leggere qualcosa dei cicli arturiani (tra cui il magnifico poema da cui è stato tratto il film, Sir Gawain e il cavaliere verde) e inevitabilmente ho pensato: facciamo un episodio su Re Artù, o meglio, sull’ossessione che molti storici hanno avuto per Re Artù: “nessun personaggio al limite tra il fantastico e il reale ha fatto perdere più tempo agli storici”. E così mi sono messo a leggere questo libro, King Arthur: The Making of the Legend, di N. J. Higham. Sorpresa: tra le ipotesi più quotate c’è anche quella che un Re Artù sia veramente esistito e venisse (rullo di tamburi) dalla Dalmazia. Quest’estate so esattamente dove andare in vacanza, e voi?
Grazie per essere qui! Fate i bravi! Vi vogliamo bene!