#35 UN EPISODIO PIRATA
In questa puntata: l'utopia pirata di Libertalia, e di come i pirati inventarono la democrazia moderna. Beh. Più o meno.
Ciao! Buon venerdì!
Tutto bene? Salute ok? Lavoro si tira avanti? Famiglia apposto? Qui a Sarajevo sono tre settimane che abbiamo venti gradi e un sole incredibile da lunedì a venerdì, e neve ogni singolo dannato fine settimana.
Forse proprio per asciugarmi almeno idealmente le ossa mi è venuta voglia di mari del sud, rum e spiagge tropicali. Mi è venuta voglia di UN EPISODIO PIRATA, insomma. In questa puntata si parla di democrazia, di libertà, e di lanciare la propria sfida al mondo intero all’ombra della Jolly Roger.
(La pagina di Wikipedia sulla Jolly Roger ha un sacco di design storici delle bandiere usate per davvero dai pirati dei secoli scorsi, e alcuni sono davvero meravigliosi).
Ascolta l’episodio #35 di Pappagalli, “UN EPISODIO PIRATA” su Spreaker oppure su Spotify.
Per scrivere questa puntata ho preso ispirazione da un saggio pubblicato nel 2020 dall’antropologo inglese David Graeber, dal titolo “L’Utopia Pirata di Libertalia”. Lo trovate in italiano, edito da Elèuthera.
Il libro si appoggia su fatti storici per proporre una tesi azzardata: le ciurme pirata erano spesso dei veri e propri laboratori di democrazia, e quello che noi chiamiamo “illuminismo”, con tutti i suoi ideali di libertà e di uguaglianza, venne messo in pratica prima alla periferia degli imperi, come negli insediamenti pirata del Madagascar, che nelle capitali europee.
Piccolo inciso - Graeber è un antropologo di chiare simpatie anarchiche che ha scritto molto ed è stato molto tradotto, anche in Italia. Il suo libro più famoso si chiama “BULLSHIT JOBS”, cioè, ehm, lavori di merda. Tratta in modo leggero un tema che per Graeber caratterizza il capitalismo contemporaneo, ovvero il moltiplicarsi di lavori che non servono a niente e che non hanno altro scopo apparente che rendere la vita più complicata alle persone.
Curiosamente, BULLSHIT JOBS è l’unico dei suoi libri a non essere mai stato tradotto in italiano. Coincidenze?
Per questa puntata mi sono poi avvalso di alcune ricerche fatte dallo storico Marcus Rediker, per esempio:
“Under the Banner of King Death: The social World of Anglo-American Pirates, 1716 to 1726”, su JSTOR.
“I ribelli dell’Atlantico. La Storia perduta di un’utopia libertaria”, Feltrinelli 2004.
PAPPAGALLI CHE NON LO ERANO
(Per una puntata che pubblico, ci sono almeno due o tre idee che abbandono. Invece di lasciarli nel dimenticatoio, penso abbia senso condividere alcuni di questi spunti con voi, per arricchire questa newsletter, sperando che magari vi possano regalare qualche lettura o qualche film interessante)
Mettiti in aspettativa, Albert! Quando ho iniziato questo podcast avevo molto più tempo a disposizione, poi - PER FORTUNA - il Covid ha iniziato a lasciarci in pace e siamo tornati alla vita normale. Un interrogativo che mi sono sempre portato avanti in questi mesi è: quando torneremo alla normalità, sarò capace di pubblicare nuovi episodi allo stesso ritmo di prima? La risposta ce l’avete sotto gli occhi, e la risposta è: mmmm. ‘nzomma. Quando penso di non avere abbastanza tempo durante il giorno di solito mi faccio forza pensando molto umilmente a due personaggi davvero energici, conosciuti soprattutto per quello che facevano quando non erano in ufficio. Il primo è Edgar Lee Masters, che scrisse l’Antologia di Spoon River di notte, perché di giorno faceva l’avvocato. Il secondo è l’impiegato di un ufficio di brevetti di Berna che in qualche modo RISCRISSE LA FISICA nelle pause tra una scartoffia e l’altra. Questo Pappagallo-che-non-lo-è-stato avrebbe raccontato la storia di questo oscuro funzionario e di come, letteralmente - ehm - trovò il tempo.
Come ci sei riuscito, Albert?
Fingevi di lavorare e intanto scrivevi sottobanco?
Non avevi davvero niente da fare?
Pause caffè di tre ore?
Ti eri messo in aspettativa?
Grazie per essere qui! Fate i bravi, vi vogliamo bene!