#36 FRATELLI
La storia di come scoprimmo i Neandertal, e di come la parola "progenitori" improvvisamente abbia assunto un significato completamente diverso.
Ciao! Buon fine settimana!
Avevate fatto programmi, eravate pronti per uscire, vi eravate già messi d’accordo con amici e amiche, partner, familiari, e invece la nuova puntata di Pappagalli è uscita proprio di sabato sera, quindi cancellate tutto, datevi malati, che queste sono cose che non capitano mica tutte le settimane (ohimé).
In questa puntata: Luke, tuo padre è un Neandertal.
Ascolta l’episodio #36 di Pappagalli, “Fratelli”, su Spreaker e su Spotify.
(ma anche dove preferisci tu eh, questo podcast è dappertutto tranne che su Apple podcast. Lo so, è una storia lunga).
In questo episodio, parliamo degli altri.
Di come abbiamo dovuto accettare il fatto che no, noi Sapiens dopotutto non eravamo esseri unici e speciali, che la natura è mutevole, e che soprattutto noi siamo parte di essa.
Per scrivere questo episodio, mi sono basato soprattutto su una monografia abbastanza corposa, ma decisamente interessante - un libro di circa quattrocento pagine scritto da una ricercatrice britannica, Rebecca Wragg Sykes.
Per una volta, il libro lo potete recuperare anche in italiano, perché Bollati Boringhieri lo ha pubblicato di recente: il titolo è “Neandertal - Vita, Arte, Amore e Morte”.
Oltre a questo libro, per preparare questo episodio ho anche letto qualche articolo specialistico per informarmi su questioni più precise; in particolare sulle discussioni che seguirono la scoperta del primissimo scheletro di Neandertal, nel 1856.
The Most Brutal of Human Skulls, pubblicato sul British Journal for the History of Science nel 2016, di Paige Madison. In cui si parla di come i primi studiosi, al cospetto dei resti di Neandertal, dovessero risolvere soprattutto un problema: come facciamo a capire quanto vecchie sono queste ossa? (Spoiler: leccandole).
Neandertal Man and the Dawn of Human Paleontology, pubblicato sul Quarterly Review of Biology nel 1957, di Loren Eiseley. Tra le altre cose, questo articolo racconta di come Rudolf Virchow, stimatissimo luminare della medicina tedesca, fosse un convinto oppositore della teoria evoluzionista, perché spaventato dalle sue possibili implicazioni sociali (Hitler gli darà, purtroppo, ragione).
Tra le cose che ho imparato sui Neandertal, c’è soprattutto il fatto che per sopravvivere avevano bisogno di qualcosa come 7.000 Kcal al giorno, il che avrebbe fatto felice qualsiasi nonna italiana.
(Ok ma quante sono, esattamente, 7.000 Kcal al giorno? L’attore statunitense Bradley Cooper ha dovuto assumerne anche di più, 8.000 al giorno, per mettere su peso e recitare in American Sniper. Spiace dirlo eh, ma non sembra poi così tanto cibo.)
Per finire: nell’introduzione di questo episodio parlo di un racconto di Ted Chiang, scrittore americano di fantascienza che è, in pratica, il padrino spirituale di Pappagalli (è grazie a una sua storia se Pappagalli, in effetti, si chiama così).
In italiano trovate entrambe le raccolte dei suoi racconti, che secondo me sono meravigliosi: Respiro (2019) e Storie della tua vita (2018). Io non posso che raccomandarvele tutte e due, che tra un po’ si torna in spiaggia e non vorrete andarci senza un buon libro da leggere?
Fate i bravi! Vi vogliamo bene!