#46 DEI PASSERI E DEGLI ESSERI UMANI
In questa puntata: la bellezza di quello che è umile e comune - come i passeri ma in fondo anche un po' come noi.
Ciao! Buon mercoledì!
Come state? Qui a Sarajevo forse abbiamo scollinato anche questo inverno, la neve si è sciolta e finalmente si può respirare più liberamente.
Mi era venuto il dubbio che la puntata scorsa avesse risentito un po’ del clima generale qui in città, e mi fosse venuta fuori più cupa del necessario (o del consentito). Se vi ho fatto venire un po’ il magone chiedo scusa, ma non è che qui in città sotto la neve e al freddo ci si sentisse frizzantini e spensierati.
Per recuperare ho deciso che stavolta avrei scelto un tema più leggero e tranquillo, e avrei dedicato la puntata a qualche buon amico che mi ha tenuto compagnia durante le fasi più dure della pandemia che ci stiamo lasciando alle spalle, dita incrociate scongiuri pacche sul legno grattate d’obbligo.
In questo episodio: puuu-ti-uiit?
Ascolta la puntata #46 di Pappagalli, “Dei passeri e degli esseri umani”, su Spreaker oppure su Spotify.
In questa puntata di Pappagalli parlo dei passeri, l’uccello selvatico più comune e di maggior successo al mondo.
Un uccello talmente banale, talmente scontato, che non attira praticamente mai il nostro interesse - fino a quando non siamo costretti a rimanere in casa, o siamo bloccati in città, e allora improvvisamente rivalutiamo la sua presenza.
Il passero è in fondo un uccellino caro a quelli, come avrebbe detto un dottore del 1800 prima di consigliare tre mesi di riposo in campagna, di temperamento malinconico.
Più non mi temono i passeri. Vanno
vengono alla finestra indifferenti
al mio tranquillo muovermi nella stanza.
Trovano il miglio e la scagliuola: dono
spanto da un prodigo affine, accresciuto
dalla mia mano. Ed io li guardo muto
(per tema non si pentano) e mi pare
(vero o illusione non importa) leggere
nei neri occhietti, se coi miei s'incontrano,
quasi una gratitudine.
Fanciullo,
od altro sii tu che mi ascolti, in pena
viva o in letizia (e più se in pena) apprendi
da chi ha molto sofferto, molto errato,
che ancora esiste la Grazia, e che il mondo
TUTTO IL MONDO - ha bisogno d'amicizia.
(Umberto Saba)
Il passero è un animale molto socievole, molto vivace, ama la compagnia e in generale tutto quello che voi potete offrirgli da mangiare.
Il poeta più malinconico della letteratura italiana scrisse un canto dedicandolo a un famosissimo passero solitario, pensando che quel passero sarebbe stato una bella immagine di se stesso, ma ecco, i passeri malinconici non lo sono proprio per niente, e quel passero, in effetti, non era un passero comune, ma un esemplare di Monticula Solitarius.
Il passero non si fa notare, non migra, passa con noi tutto l’inverno, insomma: aquile e cigni saranno anche buoni per sovrani e stendardi, ma il passero è uno del popolo.
But for all your faults I love you,
For you linger with us still,
Though the wintry winds reprove you
And the snow is on the hill.
(Francis Ledwidge)
Per preparare questa puntata ho letto diverse cose, però fondamentalmente il grosso del materiale l’ho ricavato da qui:
“On Sparrows and Man”, di James Denis Summers-Smith (2005). Summers-Smith è stato il più grande studioso di passeri del nostro tempo. Ha dedicato tutta la sua vita all’osservazione di un uccellino che i più trovavano solamente fastidioso, e questo suo libro è un piccolo compendio di tutta una vita di studi. Lo trovate disponibile gratis sul sito Archive.org, che io non vi raccomanderò mai abbastanza, a questo link qui.
“The Sparrow Shall Fall”, un articolo scritto dall’autrice cinese Han Suyin e apparso sul New Yorker del 10 Ottobre 1959. Il pezzo racconta in prima persona la “guerra” di Mao Zedong contro i passeri in Cina, ed è una testimonianza davvero unica. Ho trovato online il pdf dell’articolo originale, lo condivido volentieri dal mio google drive a questo link qui.
The Story of the Most Common Bird in the World, di Rob Dunn, articolo apparso sul sito dello Smithsonian Magazine nel 2012 che racconta a grandi linee l’evoluzione del passero domestico moderno.
Infine,
scene domestiche dal salotto di un tizio che ha allevato un passero e questo poi ha scelto di abitare dentro la sua barba. (Il problema, ovviamente, è la cacca).
E con questo è tutto! Fate i bravi, vi vogliamo bene!
argomento interessante proprio perché il considerato banale ha sempre qualcosa di eccezionale. ben fatto mi è piaciuto molto