PAPPAGALLI SBRAIATI
In questa puntata: un episodio speciale, registrato dal vivo con gli autori di "Notizie Sbraiate"
Ciao!
Buon venerdì! Il nuovo episodio di Pappagalli latita un po’, perché è uno di quei periodi in cui si torna a casa, si è in viaggio, e diventa tutto un po’ un casino dopo il disgelo Sarajevese che ci lascia, come sempre, sfranti & annaspanti. Mentre mi ripiglio, se volete, potete occupare l’attesa con un episodio del podcast “Notizie Sbraiate” dove sono stato ospite e in cui abbiamo parlato a ruota libera un po’ di tutto.
In questa puntata: i Francesi amano il loro poisson d’avril; non comprerò mai una casa; che rapporto avete con Elio e Le Storie Tese?; docce dentro altre docce dentro altre docce; un’idea imprenditoriale che non mi portò da nessuna parte (beh, non ancora); Venezia crollò sotto le proprie vittorie; un Museo dei Fallimenti; cosa succede nei vostri appartamenti quando voi non ci siete; una critica ai podcast True Crime; e per finire: guadagnarsi il cielo massacrando la gente.
Pronti? Dai che ‘ndemo!
Ascolta l’episodio #47 di Notizie Sbraiate, “PAPPAGALLI SBRAIATI”, su Spotify, su Spreaker o dove preferisci tu (loro sono dappertutto).
“Notizie Sbraiate”, come suggerisce il titolo, è un podcast che tratta di notizie pescate dall’attualità e che sono insolite e un po’ grottesche. Lo conducono, a due voci e quattro mani, Giuliano e Nicolò, due fioi di Verona. L’idea è di scegliere una notizia a testa, raccontarla, commentarla, e poi chiudere con una Grande Storia.
Qualche tempo fa mi hanno chiesto di fare una puntata a sei mani, e il risultato è questo qui. Anche io ho partecipato con una mia notizia, e poi mi è stato lasciato l’onore di raccontare la Grande Storia di questa puntata.
I contesti diversi servono anche e soprattutto a sperimentare delle cose nuove e così ho scelto una storia che io trovavo molto interessante, e che però non mi sembrava molto adatta a un episodio “normale” di Pappagalli (i motivi vi saranno chiari durante l’episodio, penso).
E quindi ho scelto di parlare di un fenomeno che era piuttosto diffuso tra il 1600 e il 1800 in Europa, quello del mittelbarer Selbstmord. Cioè, letteralmente, del “suicidio per interposta persona”.
Chi voleva suicidarsi, spesso delle donne, per evitare di commettere un peccato gravissimo e contare comunque sull’assoluzione dei propri peccati aveva trovato un escamotage molto razionale alle proibizioni della Chiesa: invece di suicidarmi, commetterò un omicidio (spesso un infanticidio) e farò in modo che sia il boia a fare il resto.
Per saperne di più, vi rimando a un bell’articolo specialistico pubblicato su Central European History nel 2008 a firma di Kathy Stuart, e che potete trovare su Jstor.org in accesso libero (dovete, però, registrarvi).
“Suicide by Proxy: the unintended consequences of public executions in eighteen-century Germany”, Kathy Stuart, Central European History, Vol. 41, 2008: https://www.jstor.org/stable/20457368
Una sintesi si può leggere a questo indirizzo: Suicide by Proxy.
Registrare un podcast dal vivo è molto diverso da scrivere la puntata e leggerla come faccio di solito. Però è stato molto divertente, ho imparato qualcosa di nuovo e chissà, magari potrei farne delle altre.
Fatemi sapere cosa ne pensate! Fate i bravi, vi vogliamo bene!
P.S.
Magari vi interesserà, magari no. Comunque eccoli qui, sai mai: