#41 E LO SCRITTORE INCONTRO' DIO, PRIMA PARTE
In questa puntata: vita e visioni dello scrittore Philip Dick, un uomo che visse in più di una realtà.
Ciao! Buon lunedì! (Lo so, non suona benissimo).
Siamo tornati all’ora solare, che per me è il momento più triste dell’anno, però mentre scrivo fa caldo e scaccio le zanzare tigre che entrano dal giardino della casa dei miei, provando non soltanto che il riscaldamento globale esiste, ma anche che il tempaccio di settembre scorso faceva parte di un complotto ai nostri danni per rovinarci le ultime escursioni al mare nel momento migliore per farle.
In questa puntata: Realtà cedevoli! Straordinarie rivelazioni! Dimensioni dell’incubo!
Ascolta la prima parte dell’episodio #41 di Pappagalli , “E lo scrittore incontrò Dio”, su Spreaker oppure su Spotify.
Con questa puntata mi tolgo un piccolo sfizio e racconto la storia incredibile di uno dei miei grandi miti, lo scrittore americano Philip Kindred Dick.
Philip a un certo punto, tra gli anni sessanta e gli anni settanta, cominciò a scivolare su piani sempre più inclinati della realtà, una progressiva illuminazione - per lo meno, dal suo punto di vista - che lo porterà a una vera e propria epifania, tra il febbraio e il marzo del 1974.
Di questo, però, parleremo nella seconda parte di questa storia, che spero di finire a brevissimo.
Mentre preparavo questa puntata, mi sono reso conto che mi stava uscendo un po’ lunga, e che rischiavo di ritardare davvero un po’ troppo.
Allora mi sono detto che dividere questo racconto in due parti forse non era l’idea migliore, però presentava indubbiamente almeno due vantaggi:
a) avrei pubblicato una puntata a ottobre;
b) per pura coincidenza (questa cosa non era voluta, giuro) la puntata sarebbe stata pubblicata nella serata di Halloween1, e allora mi sono detto, perché non calchiamo un po' certe atmosfere horror/soprannaturali che comunque fanno parte del racconto, e facciamo finta che sia uno speciale di Halloween ufficioso?
Ma sì dai. 🎃
Nella puntata, oltre a utilizzare una colonna sonora a tratti un po’ cyberpunk in onore delle atmosfere dei romanzi di Philip, mi sono permesso di costruire un po’ una guida essenziale alla sua bibliografia (non è tutta bella eh, non esageriamo, però se volete iniziare da qualche parte e leggervi delle Gran Belle Storie, facciamo che io vi lascio qualche indicazione qui, e poi mi saprete dire 🚀).
Tempo fuor di sesto. Nell’America del 1959, c’è un uomo che si chiama Ragle Gumm che per vivere partecipa ogni giorno a un concorso. Il concorso si chiama “Dove apparirà l’omino verde?”. Ragle deve barrare una casella in una griglia muta, cercando in qualche modo di predirre se l’omino apparirà proprio in quella casella nell’edizione del giorno successivo. Beh credeteci o no: Ragle Gumm vince sempre. Solo che quello non è veramente un concorso. E quella non è veramente l’America del 1959. BAM!
La svastica sul sole. La Seconda Guerra Mondiale è finita e Hitler e i Giapponesi hanno vinto, spartendosi gli Stati Uniti d’America in due zone d’influenza. Una donna, Juliana, cerca di mettersi in contatto con Hawthorne Abendsen, che ha scritto un romanzo di fantascienza dove a vincere sono stati gli Alleati. Juliana sospetta che il mondo descritto da Abendsen è quello vero, mentre quello dove vivono loro sia un’impostura. Hanno tratto anche una serie televisiva da questo libro, io l’ho vista ma è un po’ meh.
E anche per questa volta è tutto!
Fate i bravi, vi vogliamo bene!
Oh, io non voglio entrare nel merito della questione, ma si può fare che se una festa è una scusa per essere un pochino più felici allora la prendiamo, grazie, che di giorni feriali e tristi ce n’è fin troppi?